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Il taylor made di FILTEC

La pandemia ci fa studiare “da grandi”

Filtec nasce a Rovigo nel 1993 fondata da Gianfranco Baracco. Ricco della grande esperienza maturata ai vertici di A.S.T, già attiva nella produzione dei sistemi di pellettizzazione verticali, la sua carriera nel mondo della granulazione inizia sul finire degli anni ’50 presso lo stabilimento petrolchimico di Ferrara e prosegue ininterrottamente nello stesso campo fino ai giorni nostri.

Gianfranco Baracco, pilastro portante e memoria storica di Filtec, affiancato dai figli e da collaboratori altamente qualificati nel settore specifico della granulazione delle materie plastiche, ha così dato vita ad un’azienda che assicura macchinari su misura e risposte appropriate in tempi brevi.

Con lo sguardo rivolto al futuro, Maria Elena Veronese, responsabile commerciale e marketing di Filtec, ci parla delle peculiarità dell’azienda e di come essa abbia affrontato il mercato in questo instabile periodo di pandemia globale.

Da 28 anni Filtec produce sistemi di taglio immersi in acqua, sistemi di taglio ad anello liquido -racconta Maria Elena- e la gamma non è completa perché produciamo anche cambiafiltri, vibrovagli, sistemi di filtrazione e raffreddamento dell’acqua, di asciugatura e tutto quello che è poi componente nella parte conclusiva di un processo di trasformazione del materiale plastico a valle dell’estrusore.

La nostra produzione -prosegue Maria Elena- non è rivolta soltanto alla clientela dei riciclatori, poiché serviamo anche aziende presenti sul mercato dei compound e dei masterbatches. Perciò, i nostri clienti possono variare dal petrolchimico al riciclatore e la peculiarità di Filtec è proprio l’essere flessibile e proporre impianti altamente customizzati secondo le necessità del cliente. Essere scelti da chi cerca un impianto su misura e camminare al suo fianco nella progettazione di ciò che realmente serve e non di ciò che si vuole vendere è orgoglio di tutto il personale Filtec.

Perciò, si può dire che questa sia la vostra mission.

L’assistenza a quello che è il buon funzionamento dell’impianto per noi è un’aggiunta di valore, e noi lo vediamo come se stessimo lavorando per il benessere finale della collettività, perché costruire granulatori e far sì che questi funzionino bene, significa anche e soprattutto dare un contributo nel riciclo della plastica. Filtec ha in animo di creare conoscenza ed apprendimento a 360 ° nel proprio personale e creare dei prodotti che abbiano un alto livello di affidabilità, spinti sempre da un’attenta innovazione; tutto ciò anche attraverso piccoli accorgimenti, attraverso piccole modifiche gli impianti che spesso e volentieri vengono dai clienti stessi.

E tutto ciò, a beneficio anche di un settore in continua crescita ed innovazione come quello del riciclo.

Certamente, noi siamo una delle aziende fondatrici di AreYouR (un progetto europeo volto a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del riciclo della plastica, ndr) e crediamo fermamente nel fatto che oltre alla produzione, oltre al continuo ed incessante lavoro sull’aspetto tecnologico, oltre a fare business con il riciclo bisogna farne anche cultura e divulgazione. Considerando anche gli obiettivi che ha imposto la Comunità Europea agli stati membri, dobbiamo riuscire a seguirli perché, secondo noi, ne va del nostro futuro e ne va del futuro della generazione che verrà dopo di noi. In Europa sembra che tutto sommato ci sia una bella sensazione, un’attenzione ed una sensibilità rispetto a questi temi anche se forse ci sono delle grandi altre realtà che non sono così accorte.

Ha parlato di quelli che sono gli obiettivi a livello europeo per il futuro. Qual è la visione di Filtec sul futuro del riciclo?

Maria Elena Veronese

Come Filtec sicuramente sappiamo che c’è tanto da fare ed è un settore del nostro business nel quale noi stiamo investendo. Ci stiamo legando a partner importanti che stanno credendo a loro volta nell’importanza del riciclo ed abbiamo stretto nuove relazioni con costruttori che hanno creduto -e credono- di investire in questo ambito, affiancando a quello che è il loro core business naturale una linea parallela dedicata solo ed esclusivamente al riciclo.

Abbiamo già consegnato il nostro primo impianto e deciso d’ investire con loro, anche in virtù dell’esperienza ed ottima reputazione che hanno sul mercato, è indicativo di quanto sia importante per noi posizionarci stabilmente in questa fascia d’interesse.

Abbiamo anche dell’altro che bolle in pentola e, anche se questo momento non aiuta gli investimenti, abbiamo diverse trattative in corso proprio in questo ambito e desideriamo che i riciclatori acquisiscano fiducia in noi perché anche di questo abbiamo bisogno: se loro vedono del buono, di conseguenza anche noi siamo sempre più spronati, poiché i nostri impianti non vivono se non c’è qualcuno che poi crede nelle loro potenzialità. Al netto ovviamente degli ostacoli peculiari che i riciclatori possono avere di fronte a sé, probabilmente la congiuntura è la principale imputata. In linea generale, questa pandemia ha aumentato il volume dei materiali prodotti e consumati.

Quanti imballaggi in più utilizziamo, quanto in più siamo stati spinti a consumare prodotti take-away con annesso packaging?

Posso dire che dovremmo andare sempre di più a ridurre la percentuale di materiale vergine inserendo una più alta percentuale di materiale riciclato. Per questo motivo ben venga la ricerca di plastiche alternative sempre più riciclabili, comunque riutilizzabili nel migliore dei modi per dare loro una seconda vera vita.

E per Filtec? Quali sono gli ostacoli che trovate sulla strada dello sviluppo tecnologico e nelle collaborazioni con le aziende del riciclo in questo momento così particolare?

Questa situazione ha influenzato sia il mercato sia il nostro modo di interagire con il mercato stesso, il nostro modo di agire sia come consumatori sia come lavoratori. Abbiamo scoperto metodologie alternative di lavoro e modi diversi per comunicare; modi diversi per incontrarci, anche se noi rimaniamo comunque dell’idea che il contatto umano e l’incontro in presenza non possano essere bypassati. Quando si compra, quando si vende, ci si fida anche della persona che ti propone l’accordo. Si fa di necessità virtù ed anche noi che siamo una piccola azienda lo abbiamo fatto.
Abbiamo lavorato mesi da casa, lo facciamo ancora adesso se necessario. Ci siamo strutturati per farlo ed abbiamo approfittato di questo tempo per inserire, parallelamente al tradizionale gestionale, un CRM che dal punto di vista commerciale ci aiuti ad essere tutti allineati in merito alla percezione di quella che è la situazione del cliente, di che cosa il cliente può aver bisogno. Stiamo facendo un gran lavoro: nuove macchine, nuove tecnologie, nuovi software: gli ingredienti per rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione. Un software gestionale all’avanguardia, un CRM integrato che garantisce una migliore organizzazione delle vendite e degli acquisti. Insomma, un’azienda piccola che si sta comportando da grande.

Come ha giustamente detto, in questo periodo abbiamo dovuto imparare ad operare con metodi diversi, tenerci in comunicazione con metodi diversi e, probabilmente, certi strumenti li conserveremo anche alla fine della pandemia poiché li avremo introdotti in profondità nel nostro modo di operare.

Alla luce di queste considerazioni, cosa ne pensa di un magazine di settore dedicato al riciclo delle plastiche? Pensa che possa essere utile e produttivo dare voce agli operatori del settore?

Credo che rePlanet lo possa essere sicuramente. Questo magazine può essere di aiuto e anche di sostegno alla nostra causa, quindi sicuramente ha il nostro appoggio e pensiamo che possa essere un aiuto anche a chi magari non ha familiarità con le nuove possibilità offerte dai canali social oppure non le sceglie in maniera esclusiva perché forse è ancora più legato alla comodità di una rivista.

Filtec investe nelle pubblicità non solo online ma anche ancora cartacea ed è quindi presente nelle maggiori riviste e ritiene tuttora che la rivista sia uno degli strumenti principali di diffusione della conoscenza e dell’informazione. Le riviste cartacee non sono destinate a scomparire a breve, a prescindere da quello che potrebbero dire gli amanti del web. Poi non lo nego, la newsletter aiuta, magari mi arriva la versione digitale, ma forse una volta ricevuta rischia di rimanere in un angolo della casella mail. È giusto ci sia una sorta di tiro incrociato quando c’è di mezzo la comunicazione e tuttavia, appena ricominceranno le fiere e gli incontri in presenza, la curiosità di una rivista su un bancone farà ancora il suo dovere.

Ritiene ci siano argomenti dei quali non si parla abbastanza nel mondo del riciclo che quindi vorrebbe vedere approfonditi maggiormente, anche in una rivista di settore?

Filtec ha voluto promuovere la cultura del riciclo nelle scuole medie. Siamo andati a fare delle lezioni direttamente nelle scuole del nostro territorio che ce lo hanno richiesto, anche se al momento siamo fermi per ovvi motivi. Più che un bisogno di tematiche specifiche, io penserei magari ad inserire contenuti rivolti anche ad un pubblico che non sia solo quello dei commerciali, dei tecnici e degli addetti ai lavori.

Se non formiamo la generazione dopo di noi è difficile pensare che si arrivi agli obiettivi di efficienza e di riciclo che ci siamo posti. Quindi magari parlarne di più anche in altri ambiti, non solo per riempirsi la bocca parlando del riciclo, del green. Noi dal canto nostro abbiamo iniziato così, poi la pandemia ci ha fermato ma appena si potrà siamo sicuri del fatto che c’è molto interesse, sia da parte degli insegnanti che abbiamo incontrato, sia da parte dei ragazzi.

In pratica, piantiamo il seme oggi ma occorre poi innaffiare la terra con pazienza e dedizione.

Esatto, e non bisogna arrendersi perché bisogna continuare. È una formazione ciclica. C’è stato forse un momento di sbandamento e di abbandono di principi; parlo proprio di principali generali di convivenza e quindi forse la sana educazione civica a volte sembra averci abbandonato. Allo stesso modo in cui dobbiamo recuperare questi principi, nei confronti della plastica e del suo riciclo dobbiamo avere la stessa medesima attenzione.

Possiamo allora dire che Filtec, mentre studia “da grande” per rinnovare continuamente sé stessa, è sempre più convinta e coinvolta in un percorso di condivisione e trasmissione della consapevolezza green che sta alla base del mondo del riciclo?

Nella maniera più assoluta, sì.

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