HomeEditorialerePlanet, una voce PER le voci

rePlanet, una voce PER le voci

La Corte dei Conti europea in un’analisi pubblicata a fine 2020 ha evidenziato quanto l’Europa sia ancora lontana dagli obiettivi di riciclo degli imballaggi in plastica che si era posta con la Strategia adottata nel 2018. Seguitando di questo passo, la Corte sentenzia che non verrà raggiunto il valore-obiettivo del 50% entro il 2025 e del 55% entro il 2030. L’irrigidimento delle norme sulle quantità comunicate dagli Stati membri e la stretta in materia di esportazione dei rifiuti stanno infatti contribuendo alle scarse performance di riciclo.

Naturalmente, anche il Covid-19 non ha aiutato: le molteplici contingenze dettate dall’emergenza sanitaria hanno dato una nuova spinta alla plastica monouso nonché all’usa e getta. La pandemia di Covid-19 ci sta mostrando allora -in un modo del quale non sentivamo il bisogno- che la plastica continuerà ad essere un pilastro delle nostre economie, ma che potrà anche essere una minaccia ambientale sempre più rilevante se non verrà gestita nella maniera corretta. Da tempo ormai i materiali plastici si trovano ad affrontare una forte campagna denigratoria, senza porre però la giusta attenzione su quale sia il reale problema, poiché il risultato, scendendo lungo questa china, può essere soltanto la demonizzazione del prodotto in sé.

Quando sentiamo parlare degli aspetti negativi connessi all’utilizzo della plastica, sappiamo davvero che cosa si sta realmente criticando? Siamo tutti consapevoli di quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’utilizzare le materie plastiche? Sappiamo tutti quanto sia un tema molto sentito dall’opinione pubblica e dalla comunità scientifica e per questo molto studiato, dibattuto e raccontato. Eppure, quante figure differenti, quante opinioni influenti o meno, quante voci si accalcano su questo palcoscenico che offre la ribalta a chiunque abbia in animo, anche solo per un giorno, di cavalcare l’onda dell’antipatia a priori verso la plastica?

Basterebbe dirlo: la plastica non è un problema. Il problema semmai, inutile girarci attorno, siamo noi e le nostre false convinzioni. Anche nell’eventualità in cui si attuassero tutte le soluzioni che ogni giorno vengono proposte per risolvere il problema dei rifiuti di plastica, la situazione cambierebbe poco se non si facesse nulla per attivare ed alimentare un processo di sensibilizzazione e di cultura verso tutti gli argomenti connessi. L’unica strada da percorrere con sicurezza e fiducia è quella della creazione di conoscenza condivisa, mossa dalla consapevolezza e dal desiderio di formare ed informare.

Dai produttori ai riciclatori, passando per i recuperatori e tutte le realtà aziendali che sono di supporto alla filiera, per arrivare infine ai consumatori. Così come gli attori economici coinvolti nel riciclo e nella produzione dovranno incessantemente far propri meccanismi virtuosi e contemperarli alle proprie ragioni economiche, allo stesso modo il consumatore da solo non può e non potrà risolvere il problema della plastica, poiché avrà sempre bisogno di essere guidato in maniera attenta e risolutiva.


Per questo rePlanet, una voce PER le voci nasce, perché di questa parte di conoscenza e delle sue innumerevoli implicazioni tecniche ed economiche, dei suoi risvolti sociali, ha intenzione di farsi guida ed interprete, supportato dalla competenza e dal contributo delle innumerevoli aziende e dei professionisti che operano in questo settore ed ogni giorno realizzano, per sé e per gli altri, la consapevolezza di fronteggiare una risorsa fondamentale e non un ostacolo da superare.

Un magazine nuovo, dedicato esclusivamente alle tematiche del riciclo delle materie plastiche, che confronta punti di vista, opinioni, punta i riflettori su innovazioni tecniche ed approfondimenti normativi, dando voce a tutti. Un nuovo tramite per far conoscere il punto di vista di chi sulla plastica ed il suo riciclo ha fondato la propria passione e la propria etica professionale ancora prima che il proprio business.

Un magazine fatto anch’esso di passione per la materia, con l’obiettivo di essere motore di ricerca del modo migliore, più immediato, di attuare quella sensibilizzazione così necessaria nei confronti di una tematica così virtuosa eppure inevitabilmente controversa.

Affiancato da un sito web (www.replanetmagazine.it, online dal mese di giugno) con una tiratura programmata di circa 4.000 copie cartacee e 25.000 digitali a cadenza trimestrale, rePlanet sta già creando, giorno dopo giorno, i presupposti per connettere i naviganti nel mondo del riciclo e diventare il porto dalle acque calme in cui ci si possa ritrovare e discutere in maniera seria, propositiva, competente e, perché no, fare dell’autocritica costruttiva.

Mentre fuori la mareggiata delle opinioni di parte senza fondamento e delle chiacchiere sterili preme senza sosta alla bocca del porto, rePlanet parlerà di persone, di idee. Darà spazio e forma al patrimonio di conoscenze ed innovazione di chi il riciclo lo conosce e lo fa senza essere asservito ad altre cause al di fuori della massima efficienza e della performance sostenibile, parlando con chiarezza ed immediata semplicità. Non una semplice voce TRA le voci, bensì una voce PER le voci.

Il mondo del riciclo della plastica di tutto ciò ha sempre avuto -e sempre avrà- estrema necessità.

(Filippo Cavalliere)

 

NOTIZIE CORRELATE