Un team di ricerca di tre Università italiane impegnato nella valorizzazione di rifiuti plastici non riciclabili
Su una stima di 359 milioni di tonnellate di plastica prodotte all’anno nel mondo, l’Europa mantiene un ruolo di primo piano: ne produce il 17%, a fronte di una domanda interna pari a 51,2 milioni di tonnellate l’anno – per il 39,9% assorbita dagli imballaggi – che per circa la metà diventa rifiuto (25,8 milioni ton/anno, per il 59% imballaggi post-consumo).
L’Unione Europea ha stabilito che entro il 2030 tutti gli imballaggi plastici immessi sul mercato europeo dovranno essere riutilizzabili o riciclabili in modo efficace sotto il profilo dei costi, e almeno la metà dovrà essere effettivamente riciclato. Per raggiungere obiettivi così sfidanti, cresce l’attenzione per lo sviluppo di approcci e strategie innovative che diano l’opportunità di dare una nuova utilità e un valore a frazioni ad oggi difficili da riciclare, come la plastica mista o Plasmix, che incide per quasi la metà della raccolta differenziata della plastica.
Il Plasmix è il nome tecnico della plastica esclusa dal riciclo ed è composto da una miscela di materiali diversi, tra cui plastica (57%), carta e cartone (10%), legno (3%), tessuti (3%), inerti ed altri polimeri come PVC e ABS inadatti ai processi di riciclo (27%).
Le componenti presenti nel Plasmix variano a seconda della partita analizzata, il che rende impossibile definirne una composizione standardizzata. Date le sue caratteristiche, questo materiale non si presta facilmente alla trasformazione e abitualmente viene bruciato per produrre energia, con negative ricadute sull’ambiente.
Il progetto PHOENIX – PusH fOr a valuable sEcoNd lIfe to PlasmiX, finanziato dalla Fondazione CARIPLO, nasce dall’esigenza di sviluppare una strategia innovativa che consenta di riutilizzare e valorizzare il Plasmix. L’Università degli Studi di Milano, l’Università del Piemonte Orientale e il Politecnico di Torino sviluppano in PHOENIX un approccio integrato che sfrutta le competenze inter- e multidisciplinari di un team di ricercatori qualificati, dalla chimica dei polimeri al design sistemico, muovendosi all’interno di un sistema economico.
“L’obiettivo generale del progetto è quello di processare chimicamente il Plasmix e sviluppare una nuova strategia per riutilizzare questo rifiuto” – spiega il Prof. Marco Parolini, Responsabile del Progetto. “I nuovi materiali derivanti dalla modifica del Plasmix saranno valutati in base alle loro ca
ratteristiche costitutive, chimico-fisiche e di impatto ambientale per poi essere sottoposti ad un accurato approccio di progettazione sistemica, con l’obiettivo di individuare un loro potenziale di applicazione per la creazione di nuovi prodotti di eco-design. Su queste basi, un opportuno approccio di economia circolare consentirà di identificare le funzioni e i potenziali mercati in cui sfruttare questi nuovi materiali.
PHOENIX si affianca così ai classici canali di gestione, smaltimento e riutilizzo del Plasmix, per dare più valore al riciclo, e si impegna ad attuare un robusto piano di disseminazione riportando in modo semplice e comprensibile i risultati ottenuti, così da veicolare l’informazione ad un bacino di utenza il più ampio possibile e sensibilizzare la popolazione riguardo alle potenzialità legate al riuso di materiali plastici provenienti dalla raccolta differenziata”.