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Plastica: la chiave per un futuro sostenibile

La filiera di produzione e trasformazione della plastica deve innovare per migliorare le performance e la sostenibilità di prodotti e processi

Piovan Group è leader mondiale nella fornitura di sistemi di automazione industriale, soluzioni ingegneristiche e servizi per lo stoccaggio, il trasporto e il trattamento di polimeri e polveri, plastiche e alimentari. Questo straordinario risultato è merito della collaborazione e dell’impegno di 1148 persone, suddivise in 9 stabilimenti produttivi e 33 società di servizio e vendita nel mondo, una presenza internazionale unica nel mercato di riferimento, che rende      concreta la vicinanza al cliente.

L’esperienza maturata da tre generazioni in oltre 50 anni di attività nel settore della plastica ha permesso all’azienda di acquisire una conoscenza trasversale dei principali processi di trasformazione dei polimeri. Oggi, insieme alle altre società del gruppo, Piovan si propone ai clienti come partner di fiducia attraverso il continuo incremento dell’efficienza dei processi e della qualità dei prodotti per garantire valore e mantenere i più elevati standard di eccellenza.

“Quest’anno per la prima volta abbiamo partecipato alla fiera Ecomondo – racconta l’ing. Filippo Zuppichin, amministratore delegato della società – perché vogliamo far conoscere alle aziende le nostre soluzioni adatte sia per riciclare la plastica quanto per riprocessarla. Si tratta di un settore in crescita sia come investimenti che come fatturato. Stiamo sviluppando varie tecnologie brevettate nell’ambito dell’economia circolare che rappresenta ormai un settore strategico.

In fiera abbiamo mostrato alcune tecnologie particolarmente innovative, come Inspecta, uno strumento di analisi preciso, affidabile e semplice per rilevare la presenza di contaminanti pericolosi, al termine del processo di riciclo, in preforme, lastre, granuli e bottiglie in PET e rPET. Oggi, player di primaria importanza devono assegnare questa  indagine ad un laboratorio per avere il risultato dopo settimane: la nostra tecnologia brevettata dà il risultato dopo 45 minuti. Questo progetto è arrivato in finale nel contest Sustainability Awards, il più importante in Europa, come tecnologia ‘breakthrough nel processo di riciclo.

In questo momento stiamo terminando in Inghilterra l’installazione della più grande fabbrica di riciclo di polietilene al mondo, con sistema di trasporto e stoccaggio inclusi. Inoltre stiamo lavorando ad innovativi deodorizzatori per eliminare l’odore che permane nel polietilene post-consumo.”

Piovan è attiva nel settore della plastica dagli anni ’60 e per decenni ha accompagnato grosse multinazionali nel processo di riconversione delle bottiglie da plastica a plastica riciclata.

“Oggi possiamo stimare che una bottiglia su due, prodotta in nuovi impianti produttivi che usano plastica riciclata, a livello mondiale, è stata realizzata utilizzando le nostre tecnologie. Sviluppare tecnologie sempre più complesse per utilizzare la plastica riciclata ci ha permesso di entrare in questo mondo, di capire i problemi dei trasformatori e dei riciclatori elaborando soluzioni per supportare le loro attività. Noi rappresentiamo l’ultimo anello del riciclatore che fa lo stoccaggio del materiale e i trattamenti finali, e il primo anello del trasformatore. I progettisti e gli ingegneri del Gruppo Piovan sono esperti in diversi campi di applicazione delle materie plastiche, abituati ad affrontare e risolvere quotidianamente i problemi relativi alle tecniche di produzione e alle proprietà dei polimeri trattati”.

Plastica e ambiente possono andare d’accordo?

 “Nell’ambito della tutela ambientale, a mio parere, ci sono tre grandi tematiche – afferma Zuppichin: l’aumento della temperatura globale, l’uso di risorse scarse e l’inquinamento ambientale. Per quanto riguarda l’innalzamento delle temperature, la plastica è un materiale efficiente perché, a differenza dell’alluminio e del vetro che fondono tra i 600° e i 1700° C rispettivamente, la plastica impatta un cinquantesimo sul global warming. Inoltre presenta aspetti positivi anche nella riduzione delle risorse scarse del pianeta, perché ad esempio in assenza di packaging per il settore food, gli alimenti subirebbero un deterioramento del 50%, contro il 3% attuale. Quando utilizziamo un packaging in carta, togliamo risorse scarse al pianeta. La plastica si rivela quindi un’alternativa efficace in molti casi. Purtroppo inquina l’ambiente. La soluzione non è tornare al Medioevo, ma riciclare e riutilizzare la plastica prodotta, ricavando materia prima dai rifiuti. Questa è la direzione in cui crediamo evolverà il mondo ed è la direzione in cui noi abbiamo investito il nostro sapere e il nostro impegno e con orgoglio possiamo affermare che in 15 anni ci siamo guadagnati la leadership mondiale nella nostra nicchia di settore.

In soli 60 anni la plastica ci ha cambiato la vita diventando strategica pressoché in ogni area di business, dal packaging al medicale, dall’edilizia all’automotive, dall’elettronica alle comunicazioni, dall’arredamento al tessile.    Oggi un mondo senza plastica non sarebbe neppure immaginabile: materiale leggero, resistente e duttile per eccellenza, si adatta alle diverse necessità. L’importante è ricercare soluzioni ecosostenibili integrate e ad alta efficienza per la trasformazione intelligente dei polimeri e per avvantaggiarsi delle infinite virtù della plastica, nel       pieno rispetto dell’ambiente”.

I materiali del futuro: chiamarla ‘plastica’ è riduttivo.

 “La Comunità Europea ha sancito che entro il 2030 nel packaging dovrà essere presente il 30% di materiale riciclato   e il Gruppo Piovan agisce in linea e addirittura anticipa questo importante obiettivo. Infatti, oltre il 20% dei macchinari che abbiamo venduto a livello mondiale per il settore packaging, fibra e compound è stato dedicato a tecnologie specifiche per il materiale riciclato. Nel passato recente la maggior parte degli acquirenti proveniva dall’Europa, che si dimostra più sensibile al tema rispetto ai paesi asiatici o americani. Ora anche in Asia qualcosa sta cambiando, in quanto le multinazionali globali che vogliono trasmettere un’immagine positiva nella lotta all’inquinamento e per la salvaguardia dell’ambiente hanno iniziato un processo di conversione. È questo il primo step che trainerà poco alla volta tutto il mercato.

Dopo un anno di crisi come il 2020 che ha assistito alla riduzione della capacità produttiva e della domanda creando tensioni e inflazione, si aprirà un decennio di fortissimi investimenti che dovranno assolutamente tener conto della sostenibilità ambientale.

La scienza dei materiali sta attuando una vera e propria rivoluzione, una transizione formidabile, il cui collante sono i   polimeri. Questo trasformerà completamente la tecnologia in ambiti come la medicina, l’elettronica e perfino l’industria aerospaziale. Tra 20 anni avremo materiali altamente ingegnerizzati, assolutamente diversi da quelli che conosciamo oggi, che ci permetteranno di utilizzare al meglio quelli tradizionali ed ottenere la trasparenza del vetro, la resistenza dell’acciaio, l’impermeabilizzazione e così via. Nell’automotive, specialmente nella realizzazione dell’auto elettrica, molte componentistiche saranno costituite da nuovi polimeri, con risultati di efficienza eccezionali.

Questione di abitudini

Due grandi filoni contraddistinguono il settore della trasformazione della plastica post-consumo: il riciclo meccanico e il riciclo chimico, che consente al polimero di ritornare nei suoi monomeri originari e da lì far ripartire il ciclo. Questo è il futuro della nostra produzione mondiale.  Al momento c’è scarsità di materiale riciclato rispetto alla domanda, ma la prossima sfida sarà la nostra capacità di organizzare i rifiuti in modo che questi possano essere utilizzati come risorsa. Per questo, in futuro, il legislatore rivestirà un’importanza fondamentale: invece di demonizzare il produttore di plastica o di applicare tasse che alla fine colpiscono l’utente finale, dovrà impegnarsi per incanalare le scelte della popolazione in un circolo virtuoso di consumo responsabile e di riciclo, ad esempio, come avviene già in molti paesi, mettendo una cauzione sui contenitori in plastica da restituire all’utente quando li riconsegna al riciclo. La plastic tax non garantisce un vero beneficio per l’ambiente, mentre creare sensibilità e attenzione verso il recupero e il riciclo innesca un percorso di economia circolare che aiuta le persone a cambiare mentalità e comportamenti, a beneficio dell’uomo e della natura”.

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