HomeProtagonisti GreenLe sfide del riciclo chiamano, la tecnologia di CMG risponde.

Le sfide del riciclo chiamano, la tecnologia di CMG risponde.

Quattro decenni di innovazione senza mai voltarsi indietro.

Dal 1979 CMG è sinonimo di qualità, innovazione e particolare attenzione alle specifiche esigenze del cliente. Dispone di una delle più ampie e qualificate gamme di prodotto che copre tutti i settori della trasformazione delle materie plastiche. Da sempre CMG ha affrontato il panorama mondiale con soluzioni efficienti e competitive e molti costruttori di macchinari per la trasformazione delle materie plastiche si sono affidati a CMG per la riduzione dimensionale.

Ad oggi, CMG opera in sei settori applicativi nell’industria della plastica: termoformatura (applicazioni in continuo e monostazione), estrusione (lastra, film, tubo, profili), soffiaggio (packaging, serbatoi, raccorderia), stampaggio ad iniezione (paraurti, cruscotti, fanaleria, collettori, preforme in PET, raccordi PVC, materiale elettrico, cassette, bidoni), recupero dei cavi, con sistemi di macinazione e recupero della plastica e del rame ed infine quello del riciclo, in house e post consumo con l’esclusivo design delle lame usa & getta.

Con sede, stabilimenti e centro tecnologico in Italia e la più grande rete di distribuzione mondiale nell’industria della plastica, CMG è attiva in tutto il mondo con centri di service and sales e competenze localizzate. Con oltre 30.000 unità installate presso clienti in Europa, America, Medio Oriente e Asia, è oggi tra le società leader nel mondo.

CMG è anche, e soprattutto, sinonimo di competenza e passione. Un’impresa fatta di persone che nel tempo non hanno risparmiato ed ancora oggi non fanno mancare impegno e dedizione al proprio lavoro per fare impresa tutti i giorni. Tra queste persone, abbiamo incontrato il Dott. Giorgio Santella, General Manager di CMG.

A pieno incarna lo spirito dell’azienda e lo rafforza con la sua personale competenza e passione che traspaiono dalle sue parole, nello stesso modo in cui appare evidente quanto egli sia depositario di una visione del futuro estremamente radicata su solide basi tecniche. Soprattutto, per ciò che attiene alle tematiche legate al riciclo delle materie plastiche, non parla di speranze, bensì di previsioni. Una declinazione del saper essere concretamente visionari  che dovrebbe, a ragion veduta, appartenere anche a tutti i riciclatori, di ogni ordine e dimensione di impresa.

Il viaggio di CMG -racconta Santella- comincia nel 1979, anno in cui Vittorio Martelli dà vita alla CMG, iniziando un rapporto (ancora oggi attivo) con la Negri Bossi di Cologno Monzese, specializzata in presse ad iniezione per lo stampaggio di particolari in plastica, che incarica CMG di produrre componenti per le testate ad iniezione.

Dal 1981, la Negri Bossi incarica CMG di studiare e costruire granulatori in grado di macinare la plastica delle materozze e dei pezzi difettosi che si creavano durante il processo di lavorazione, per recuperare il materiale macinato e mescolarlo con quello vergine. Nel 1983, Cumberland, colosso americano nella realizzazione di granulatori, all’epoca legato all’azienda brianzola, scopre che CMG realizza i granulatori proprio per quest’ultima. Convinto della qualità progettuale e costruttiva, incarica CMG di realizzare anche i granulatori a marchio Cumberland, consentendo all’azienda emiliana di accrescere il suo know-how e di maturare un’esperienza che sarà poi alla base dell’evoluzione futura. Cultura e sviluppo continuo del prodotto, culto della qualità, serietà e concretezza sono i valori che consentono a CMG di stabilire con Cumberland una relazione fiduciaria che durerà ben 16 anni (quasi 20.000 macchinari prodotti, ndr).

In seguito all’acquisizione di Cumberland da parte da parte di un gruppo industriale americano con siti produttivi in Cina, l’azienda -che al momento dell’acquisizione gestiva e seguiva direttamente il parco clienti europeo- non si limita più alla semplice produzione di granulatori;  passa anche alla progettazione e al design di macchine la cui qualità doveva essere assoluta e riconoscibile.

Dal 1999 quindi CMG inizia a produrre granulatori con il proprio marchio e grazie alle relazioni di fiducia costruite con pazienza nel tempo e, soprattutto, ad una qualità del prodotto universalmente riconosciuta, spicca definitivamente il volo. Dagli anni 2000 CMG coglie l’opportunità di sfruttare la grande qualità dei propri granulatori per entrare da protagonisti nel mondo della termoformatura, fondamentale per accrescere il proprio prestigio e la propria forza industriale.

La seconda, decisiva intuizione, è quella di entrare nel mercato, ancora all’epoca apparentemente povero e marginale, del riciclo. Si tratta di un’evoluzione naturale ed al contempo visionaria, che porta CMG a scommettere sullo sviluppo progressivo ed inevitabile del settore. Nel 2009 la CMG sviluppa la prima serie di macchinari: i trituratori. Sono macchine di diversa natura rispetto ai granulatori e, dopo aver studiato in particolare i prodotti tedeschi, decide di puntare tutto su trituratori specifici per la plastica pensati non tanto per frantumare gli oggetti, quanto per ridurli dimensionalmente tagliandoli.

In questo modo CMG riesce ad ottenere un incremento dell’omogeneità del materiale triturato e una decisiva riduzione delle polveri. Diventano più facili e meno costosi di conseguenza il trasporto, la gestione ed il riutilizzo dei rifiuti plastici, convertiti a tutti gli effetti in risorsa.

Pensare al riutilizzo della plastica, al tempo, poteva sembrare un concetto astratto ed effimero; tuttavia CMG anticipa gli altri competitors perché l’economia circolare nasce sì formalmente come concetto nel 2013, eppure solamente nel 2018 l’ISO istituisce un gruppo di lavoro per stabilire le linee guida per l’economia circolare. In soli tre anni, che nel mondo dell’industria dei produttori di beni durevoli e macchinari sono realmente pochi, CMG ha cominciato a sviluppare la nuova gamma di granulatori per il riciclo con caratteristiche di estrema innovazione, sia da un punto di vista strutturale sia da un punto di vista operativo, realizzate a partire da  moderni sistemi di progettazione ed acciai di ultima generazione.

Oggi, più di dieci anni dopo, il riuso è la base di quell’economia circolare che si sta imponendo come un’emergenza civile e sociale, a dimostrazione della grande visione imprenditoriale dell’azienda che oggi produce granulatori e trituratori dedicati al riciclo della plastica di grandi capacità (granulatori fino a 6.000 kg/h) con connotati di precisione unici per questa tipologia di macchine. Naturalmente, per ottimizzare i risultati tecnici serve una grande precisione di taglio: di fatto un vero e proprio marchio di fabbrica per CMG.

Rimanendo in tema di visioni, è importante evidenziare inoltre come l’introduzione dell’elettronica e dell’informatica nella vita quotidiana e l’avvento dell’Industria 4.0, fanno di CMG una delle aziende precursori nello sviluppo di soluzioni avanzate per il risparmio energetico, l’efficienza operativa e l’integrazione nella filiera produttiva.

Tutte le unità prodotte da CMG si configurano allo stato attuale come Cyber Physical Systems e rispondono ai requisiti tecnologici necessari a soddisfare i dettami dell’economia circolare, allineandosi già da subito ai requisiti dell’industria 4.0, senza che gli acquirenti abbiano, di fatto, la necessità di muoversi per ottenere ulteriori certificazioni future. Anche questo ci distingue assolutamente nel panorama dei competitors, ne andiamo molto fieri.

Quanta passione Dott. Santella. Più volte lei ha nominato la parola cambiamento; ne avete fatto il vostro cavallo di battaglia, la vostra ragion d’essere. Contestualizziamola negli ultimi dodici mesi: a livello nazionale ed internazionale le limitazioni imposte dalla pandemia, la scarsità di contatti e di occasioni hanno avuto una ripercussione sulla vostra attività?

La risposta è sì. Purtroppo il 2020 si è ridotto essenzialmente a 9 mesi di attività, è mancato un trimestre. Sono stati tre mesi di arresto delle attività sotto tutti i punti di vista, perché CMG opera in sei settori e tutti questi settori, nessuno escluso, hanno subito un calo. Il 2020 è stato un anno così particolare, tale da essere comunque considerato un anno di crisi anche da quelle aziende che hanno “beneficiato” industrialmente degli effetti indotti dalla paldemia. I produttori di filati sintetici, ad esempio, hanno raddoppiato il proprio fatturato e purtuttavia l’anno passato è stato innegabilmente un anno critico, perché nella realtà dei fatti la maggior parte dei settori industriali ha affrontato una criticità. Pochi l’hanno fatto in senso positivo, molti di più in termini assolutamente negativi. In questo scenario, a settembre c’è però stata una ripresa, una ripresa molto importante. In novembre abbiamo conseguito il record storico dell’azienda in termini di acquisizione di ordini e nei mesi successivi il lavoro è stato intenso e fruttifero. Stiamo lavorando per mantenere questo trend ovviamente, ma ben sappiamo che non si manterrà a lungo; prima o poi si andrà a stabilizzare e ritroveremo la condizione di normale equilibrio in cui siamo abituati a lavorare.

Sicuramente non stiamo prevedendo i risultati del 2021 sulla base dei risultati che abbiamo conseguito in questi ultimi mesi, perché sarebbe fuorviante basarsi sulla performance di tale periodo. Nello specifico, il mondo della produzione di manufatti in plastica ha avuto un calo abbastanza tenue, più modulato e prolungato. Quello del riciclo ha invece subito un arresto. Il minimo storico dell’ultimo decennio del costo dei polimeri è stato raggiunto in agosto del 2020. Poi da settembre, di nuovo, è cominciata una ripresa importante ed oggi i polimeri, riciclati e non, sono forse al massimo storico ma per ragioni più che peculiari e fortemente contestualizzate alla situazione attuale.

Come avete fatto fronte nel concreto a tutto ciò? Quali strategie sono state applicate?

L’aver impostato la nostra organizzazione aziendale per settori applicativi ci consente di raggiungere un elevatissimo livello di specializzazione. La termoformatura, ad esempio, la conosciamo potrei dire “intimamente”, non siamo competenti soltanto per quel che attiene la granulazione del suo sfrido ma abbiamo una competenza approfondita in tutto il processo a monte, delle azioni che caratterizzano il prodotto di per sé.

In questo modo riusciamo a proporre una soluzione per la granulazione che consente poi di produrre un macinato immediatamente re-introducibile nel processo di trasformazione. La nostra risposta, quindi, è stata continuare ad innovare laddove fosse possibile.

Prendiamo l’esempio delle preforme in PET ed rPET. Gli scarti nella produzione delle preforme in PET sono esigui, nell’intorno dello 0,1-0,5%. Se però approcciamo la produzione delle preforme in rPET, questo scarto sale al range 1-5%. Se fino a ieri il sistema di riciclo delle preforme non era interessante perché lo scarto era minimo, oggi e domani sarà indispensabile, perché la preforma che viene macinata e re-immessa nel processo produttivo vale, in buona sostanza, tanto quanto il granulo vergine.

Questo è ciò che abbiamo sviluppato l’anno scorso, ovvero quando si è cominciato a parlare di re-introduzione obbligatoria di rPET ed abbiamo lanciato una serie con soluzioni standard oppure di grandi dimensioni fino a 1000 kg/h.

CMG già da anni ha lo sguardo rivolto al futuro; guardare al passato in momenti storici come questo a poco serve. Occorre innovare, questa è stata la lezione che il 2020 ci ha lasciato in eredità. Una lezione che ci è stata impartita in maniera rude, come un paio di ceffoni che hanno svegliato tutti quelli che non l’ avevano ancora compreso.

L’instabilità, la criticità e la dinamicità vanno allora affrontate come una sfida che può essere vinta se alla base dello sviluppo del business c’è competenza, informazioni e consapevolezza. Con questa premessa, nell’ambito di una rivista tematica come rePlanet, ci sono delle argomentazioni che avrebbe piacere venissero sviluppate maggiormente? Cosa può rendere una rivista di settore un vero e proprio veicolo di condivisione efficiente del sapere specialistico?

L’elemento fondamentale è comunicare ciò che il settore andrà ad incontrare come condizione operativa da qui in avanti. Prendiamo ad esempio il riciclo degli oggetti in plastica: CMG ha sviluppato macchinari che, per produrre la medesima quantità riciclata, utilizzano la metà dell energia elettrica. Stiamo parlando di tecnologia quindi.

Bene, anzi no. Questo aspetto probabilmente non interessa praticamente a nessuno. Perché? Perché il risparmio dell’energia elettrica, nel contesto di un settore che già di per sé è virtuoso per natura, non viene visto come un ulteriore elemento virtuoso necessario. Lo diventerà quando il riciclo sarà un processo che farà parte della normale catena produttiva.

Oggi il riciclo è già l’elemento virtuoso, quindi aggiungere elementi di virtuosità, apparentemente a poco serve. Per assurdo, è come se il progresso tecnologico non facesse formalmente parte del mondo del riciclo, perché il mondo del riciclo non è stato mai identificato come settore industriale in cui l’avanzamento tecnologico fosse qualificante al punto da caratterizzarlo.

Ora, va detto, non è più così. I riciclatori oggi stanno caratterizzando il mondo produttivo poiché ne rappresentano a tutti gli effetti l’apice della virtuosità. Questo è il messaggio principale che deve essere reso disponibile al maggior numero di fruitori: il riciclo è un’attività che ha un enorme valore e non viene espletato con macchinari di secondo ordine. Va espletato con tecnologie moderne e di prima qualità.

Anche in questo caso, abbiamo detto la nostra: abbiamo in itinere per il brevetto un nuovo sistema per recuperare gli scarti della fustellatura dei sacchetti in materiale biodegradabile. Oggi ci sono già in funzione due nostri impianti che riescono a macinare ben 1500 kg/h ciascuno di sfridi da produzione di shoppers. Questo sarà inoltre l’argomento che andremo ad illustrare nelle conferenze sul riciclo alle quali prenderemo parte nel corso del 2021.

Evidenziamo quindi questo concetto: bisogna andarne in cerca delle migliori tecnologie e metterle in luce perché diciamolo, in Italia vengono costantemente sviluppate tecnologie innovative. I costruttori italiani sono tra  coloro con il più alto livello di capacità ingegneristica e progettuale, e mentre siamo impegnati nel mandare avanti le nostre aziende, una comunicazione chiara e puntuale dell’innovazione tecnica e tecnologica può solo che permette all’industria nel suo complesso di trarne grande spunto e beneficio.

In questo, una rivista di settore che sappia trasmettere l’informazione tecnica così come quella normativa, in maniera semplificata ed immediatamente fruibile e condivisibile, allora sì avrà una valenza che aiuta l’industria in quanto valore realmente aggiunto.

La stessa comunicazione che deve essere messa in grado di fare la sua parte. In quale modo allora un’azienda attiva nel settore del riciclo può fare la differenza anche sotto il profilo della comunicazione, della condivisione dei propri saperi peculiari all’interno delle previsioni sul futuro mondo del riciclo delle plastiche?

CMG è uno degli stakeholders nella Circular Plastic Alliance in qalità di partner, di consulente tecnico e tecnologico.

Siamo entrati nell’alleanza per offrire un supporto tecnologico poiché in questo possiamo far valere la nostra presenza, la nostra preparazione e condividerla con un’organizzazione di grande rilievo. Siamo fermamente convinti che un ente, un organo che vada a regolamentare e supportare tutti i piani relativi alla Circular Economy per quel che riguarda l’industria della plastica, sia necessario proprio in funzione del fatto che oggi come oggi i punti di riferimento sono ancora molto scarsi.

La possibilità di avere un riferimento specializzato sulle pratiche di riciclo è molto importante, direi fondamentale.

Fondamentale lo è senza dubbio per raggiungere gli obiettivi prefissati, estremamente ambiziosi. Per raggiungere i volumi di riciclo della plastica che soddisfino le percentuali target del 2025 in merito all’utilizzo di plastiche riciclate, occorrerebbero con la capacità produttiva attuale di uno stabilimento di riciclo- circa 150 nuovi stabilimenti sul territorio europeo.

Ciò sta a significare che sono rimasti circa quattro anni per far partire 150 nuovi stabilimenti in Europa per riciclare plastica. I paesi più virtuosi, tra cui l’Italia, stanno già elaborando piani e strategie. In quest’ottica noi di CMG abbiamo clienti con i quali stiamo strutturando alcune pianificazioni al fine di realizzare nuovi impianti.

Ciononostante, l’obiettivo globale della Alliance è estremamente ambizioso e va per forza di cose contestualizzato, calato nelle differenti realtà di settore nonché nazionali per comprenderne a pieno il grado di ambizione. Facile è dire: mettiamo questa percentuale di riciclato in ogni oggetto di plastica. Ma cosa significa farlo concretamente? E questa è una risposta importante che solamente un ente oppure un’entità specializzata e focalizzata può coordinare e sovraintendere.

In questo la comunicazione e la condivisione degli intenti, nonché dei mezzi per raggiungere tali obiettivi, è oltremodo necessaria. CMG immediatamente ha offerto la propria disponibilità all’alleanza, perché riteniamo che per raggiungere questo obiettivo non occorra soltanto edificare stabilimenti in più; il tutto passerà probabilmente anche dall’ottimizzazione di quelli appena realizzati, dall’ammodernamento di quelli esistenti e, soprattutto, dal rendere quelli esistenti molto più efficienti di quanto ora siano.

Ci sono tanti tanti elementi che serve prendere in considerazione. Ed andranno presi assolutamente.

Il tempo sembra non bastare mai per raccontare quanto l’innovazione e la tecnologia, nonché il modo corretto di trasmetterle e renderle fruibili in maniera efficace ed efficiente, siano ogni giorno di vitale importanza per questo settore. Una seconda puntata sarà doverosa.

Ben volentieri, contateci.

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