Le fibre naturali, mixate a basi polimeriche, danno vita a prodotti dal design unico
Recuperare scarti di lavorazioni provenienti dal settore agro-industriale per generare biocompositi da inserire nuovamente nel ciclo produttivo. Questa è l’idea da cui è nata la start up Mixcycling® solo un anno e mezzo fa, e che già si propone come interlocutore unico per progetti personalizzati in un ambito di grande innovazione.
“La nostra impresa si caratterizza per una attività completamente alternativa, utilizzando meno plastica ma garantendo le stesse performance tecnico-meccaniche – racconta Daniele Contin, Marketing & sales manager. La start up, che ha sede a Breganze, in provincia di Vicenza, è nata dalla necessità della nostra capogruppo di trovare una soluzione per gli scarti di lavorazione dei tappi in sughero, al fine di ridurre i costi e lo spreco di materia prima, che arriva anche al 50%. Partito il primo progetto, abbiamo compreso che poteva diventare un business indipendente e non solo uno spin off dell’azienda principale.
Recuperiamo fibre naturali derivate da scarti di lavorazione e diamo loro nuova vita, rendendole idonee ad un mix con basi polimeriche. Tramite un processo brevettato, nobilitiamo le fibre attraverso cinque principali step di lavorazione: dalla filiera agro-industriale selezioniamo i sottoprodotti secondo criteri di sostenibilità, caratteristiche tecniche e di processo; entro 24 ore dal loro arrivo in sede, inseriamo le fibre nei nostri processi, le maciniamo setacciando e dividendo polveri e granine in diverse granulometrie. Grazie a questo processo e alla tecnologia NTP (Non-Thermal Plasma), riusciamo a riattivare le fibre rendendole idonee ad un legame ancora più intimo con la base polimerica. E’ una tecnologia unica che genera un blend dalle elevate performance tecniche ed estetiche. Il risultato è un pellet che viene nuovamente sanificato, sempre grazie alla tecnologia NTP, e purificato da elementi volatili e odori. La nuova materia ha un aspetto naturale ed è caratterizzata da un design unico”.
Tutti i prodotti Mixcycling sono biocompositi, contengono cioè una percentale – dal 10% al 40% – di fibra naturale, miscelata ad una base di polimeri vergini, riciclati o bio-based, in base alle necessità degli utilizzatori.
Materiali che comunicano
“I blend Mixcycling sono idonei per qualsiasi processo di trasformazione della materia plastica, dallo stampaggio ad iniezione fino alla stampa 3D, e si adattano a realtà diverse, mantenendo intatte le loro caratteristiche di composizione naturale. Rappresentano la perfetta alternativa alle principali materie plastiche, trovando realizzazione in innumerevoli campi di applicazione: packaging per food e cosmetici, tappi per wine&spirits. prodotti household, sedute di arredo, pet toys, accessori fashion, contenitori industriali, automotive, gadget, in pratica dovunque sia normalmente presente il polipropilene.
Avendo il brevetto sul processo, possiamo caratterizzare diverse tipologie di fibre; infatti ne testiamo di nuove quotidianamente per valutarne la performance. Sono proprio le fibre a regalare ai materiali attributi nuovi e positivi, ed essendo queste ben visibili, il prodotto comunica una sostenibilità che non deve essere raccontata o spiegata: la sua storia è evidente nel prodotto stesso.
Anche se siamo da poco sul mercato, ci siamo caratterizzati come società benefit, perché recuperiamo ciò che sarebbe andato perduto e lo reimmettiamo in nuovi cicli produttivi. Preveniamo lo spreco attraverso un inferiore consumo di plastica, una miglior efficienza dei materiali, e formule ad hoc. In caso di dispersione nell’ambiente, la contaminazione da plastica è ridotta fino all’80%.
Abbiamo una missione fortemente ambiziosa: vogliamo guidare la transizione dai materiali di origine fossile verso un futuro completamente bio-based. E vogliamo nobilitare gli scarti organici sulla base dei requisiti dell’Agenda Europea 2030 per lo sviluppo sostenibile. I nostri prodotti offrono vantaggi rilevanti, quali la riduzione dei processi energivori, del consumo di risorse limitate o non rinnovabili, e delle emissioni inquinanti.
Sui nostri blend conduciamo test di Life Cycle Assessment (LCA), un tipo di analisi che permette la misurazione oggettiva dell’impatto ambientale associato alle varie fasi di vita di un prodotto. Tutto ciò garantisce la sostenibilità dei nostri materiali in rapporto a quelli convenzionali”.
Triangular Economy
Mixcycling recupera fibre a ‘chilometro zero’ da sughero, vinaccia, legno, lolla di riso, caffè, tutti prodotti che altrimenti andrebbero buttati. Il processo di nobilitazione li trasforma in granulo termoplastico adattabile a diverse applicazioni. “Il risultato del nostro lavoro – spiega Contin – è un triangolo ai cui vertici ci sono le performance meccaniche, estetiche e di sostenibilità, che costituiscono i tre principali obiettivi del materiale finale. Mixcycling è riuscita a realizzare la Triangular Economy utilizzando scarti di produzione del partner cliente, con i quali si è dato vita ad un nuovo blend adatto alla produzione di un packaging utilizzabile per il confezionamento dello stesso prodotto che ha generato lo scarto, riducendo le inefficienze di filiera e proponendo un concept del tutto unico.
Abbiamo anche altri progetti tra cui lo stoccaggio di CO2 biogenica che è positiva, a differenza della CO2 generata da polimeri fossili. Con questo progetto Mixcycling mira ad allungare il ‘ciclo del carbonio’ sequestrando CO2 biogenica in modo da compensare, almeno in parte, le emissioni di carbonio fossile emesso negli ultimi 100 anni”.
Promozione e campagne
Mixcycling è presente in diversi canali online e sui social. Quest’anno per la prima volta parteciperà ad importanti fiere di settore come Greenplast a Milano e K a Düsseldorf, vetrine internazionali che amplificheranno il messaggio innovativo della start up e le consentiranno di promuovere la propria tecnologia ad un ampio pubblico.
“Attualmente ci rivolgiamo prevalentemente al mercato italiano, anche se abbiamo contratti con aziende estere in America e in Estremo Oriente – afferma Contin. Siamo presenti in una delle più importanti materioteche del mondo, Material Connexion, dove si raccolgono tutti i materiali innovativi per i designer o per le aziende desiderose di innovare. Questo è stato un canale di promozione importante perché ci ha resi famosi nel mondo con le multinazionali. Abbiamo fatto diverse campagne di crowdfunding, una forma di finanziamento moderna ed attuale che ci ha permesso di dare velocità alla nostra ricerca e sviluppo.
Il vantaggio competitivo è fondamentale, motivo per cui non possiamo perdere tempo e necessitiamo di mettere subito in pratica le nostre innovazioni. Nella realtà italiana non ci sono molte aziende che hanno la nostra stessa value proposition, e sono più che altro startup verticali su specifiche fibre. C’è qualcosa di simile nel nord Europa, ma possiamo affermare che la nostra proposta è unica. Anche la territorialità è un fattore rilevante: essendo legati alla misurabilità della LCA, questa caratteristica diventa un elemento distintivo.
Il percorso della nostra R&D è continuare ad innovare e ricercare soluzioni in un costante processo di miglioramento delle nostre miscele per renderle sempre più sostenibili e sviluppando nuovi biopolimeri con alte prestazioni tecniche. Il recupero degli scarti è solo il primo step del nostro percorso: essendo partiti in anticipo rispetto a tanti altri, vorremmo diventare un punto di riferimento nella transizione ecologica. Siamo giovani ed entusiasti, abituati a lavorare con energia e dinamismo; non avendo sovrastrutture, siamo agili e rispondiamo alle richieste di ogni quantità studiando insieme al cliente sempre nuove soluzioni in tanti ambiti applicativi, validando i prodotti con certificazioni specifiche. Il processo che abbiamo brevettato è altamente scalabile, il che ci consente grande flessibilità e rapidità di esecuzione, caratteristiche molto apprezzate dal mercato”.