Il tribunale ha respinto il ricorso di Symphony Environmental Technologies contro il Parlamento europeo, che sosteneva l’illegittimità dell’articolo 5 della direttiva sulle plastiche monouso
Il legislatore europeo non ha commesso un errore manifesto quando ha adottato un divieto in linea con l’obiettivo di proteggere l’ambiente e la salute umana.*
Per limitare il loro impatto sull’ambiente, nel 2019 il legislatore europeo ha adottato una direttiva che vieta, tra l’altro, l’immissione sul mercato di prodotti realizzati con plastica oxo-degradabile .
Symphony Environmental Technologies e Symphony Environmental, società con sede nel Regno Unito, sviluppano, producono e commercializzano alcuni prodotti plastici specializzati insieme agli additivi utilizzati per la loro realizzazione.
Esse producono un additivo pro-ossidante che, a loro avviso, consente alla plastica di biodegradarsi più rapidamente della plastica oxo-degradabile. Le due società chiedono il risarcimento dei danni subiti in quanto il divieto di immissione sul mercato di plastica oxo-degradabile si applica alla plastica che esse classificano come “oxo-biodegradabile”.
Il Tribunale rigetta il ricorso.
Secondo il Tribunale, il legislatore europeo non ha commesso un errore manifesto nel vietare l’immissione sul mercato di prodotti realizzati con plastica contenente un additivo pro-ossidante . Secondo gli studi scientifici disponibili al momento dell’adozione della direttiva, il livello di biodegradazione di tale plastica è basso o inesistente in ambiente aperto, in discarica o in ambiente marino.
Inoltre, la plastica contenente un additivo pro-ossidante non è adatta a nessuna forma di compostaggio. Infine, il riciclaggio di questa plastica è problematico, poiché le tecnologie disponibili non consentono ai riciclatori di identificare la plastica contenente un additivo pro-ossidante e di distinguerla dalla plastica convenzionale.
Il Tribunale osserva inoltre che il divieto di immettere sul mercato prodotti in plastica contenenti un additivo pro-ossidante non viola il principio di proporzionalità. Tale divieto è conforme all’obiettivo della direttiva del 2019 di proteggere l’ambiente e la salute umana.
Infine, il divieto in questione non viola il principio della parità di trattamento, poiché i prodotti realizzati con plastica contenente un additivo pro-ossidante non si trovano in una situazione paragonabile a quella dei prodotti realizzati con plastica convenzionale. La frammentazione più rapida della plastica contenente un additivo pro-ossidante può avere un maggiore impatto negativo sull’ambiente, poiché la sua biodegradazione è concentrata in un periodo più breve. Inoltre, i prodotti realizzati con plastica contenente un additivo pro-ossidante e quelli realizzati con plastica compostabile non sono in una situazione comparabile.
*Tale direttiva definisce la plastica oxo-degradabile come una plastica alla quale sono stati aggiunti uno o più additivi che, attraverso l’ossidazione, ne determinano la frammentazione in microframmenti o la decomposizione chimica