Aquafil è leader mondiale nella produzione di Nylon 6
Da oltre 50 anni Aquafil è uno dei principali attori, in Italia e nel mondo, nella produzione di fibre sintetiche, in special modo di quelle in poliammide 6. Il Gruppo è punto di riferimento per qualità, innovazione e nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Una scelta strategica che si concretizza attraverso il rinnovamento costante dei processi e dei prodotti, grazie a continui investimenti di capitali e di know-how.
L’evoluzione di Aquafil ha seguito un percorso di crescita esponenziale, iniziato nel 1969 con la produzione di fibre sintetiche per il settore della pavimentazione tessile e dell’abbigliamento, fino a diventare una tra le più grandi aziende del mondo a produrre Nylon 6 in tre continenti.
Aquafil, producendo direttamente il proprio polimero, è oggi uno dei più grandi polimerizzatori indipendenti in Europa, insieme al Gruppo Radici, non solo nel campo della fibra, ma anche per il settore dello stampaggio ad iniezione e dell’estrusione.
I numeri sono impressionanti: 560 milioni di fatturato, 2.800 dipendenti, 19 stabilimenti produttivi in 8 paesi diversi, a conferma di un sogno diventato realtà, quello di realizzare fibre di nylon in modo completamente sostenibile.
“L’impronta green è nata molto tempo fa – racconta Giulio Bonazzi, CEO di Aquafil – ma ha visto la sua formalizzazione nel 2007 quando l’alta direzione ha deciso di fondare su questo concetto il futuro dell’azienda. Abbiamo sempre lavorato in termini di ecoefficienza: già nei primi anni ’90 abbiamo iniziato a riciclare i nostri stessi scarti, facendo addirittura un’acquisizione nel settore del compound, inglobando una società, chiamata Special Polymers, molto qualificata nel riciclare scarti e cascami. Nel tempo la nostra tecnologia si è evoluta in maniera completa riciclando anche prodotti post-consumo e quindi andando a chiudere il cerchio.
Oggi tutti parlano di Circular Economy, ma la vera economia circolare è quella che innanzitutto progetta i prodotti in funzione di economizzare le materie prime, per poi renderli durevoli, possibilmente riutilizzabili e riparabili e alla fine riciclarli nuovamente. E riciclarli significa creare sistemi di logistica inversa per cui il prodotto a fine uso viene smontato e recuperato perfettamente. Questa è la vera circolarità che richiede una collaborazione perfetta tra chi fa gli ingredienti e chi fa i prodotti finiti, con l’obiettivo di giungere a prodotti monomateriale, o facilmente smontabili, o perfettamente riciclabili, secondo la filosofia dell’ecodesign.
Per creare una cultura corretta che coinvolga alla base i primi utilizzatori, sono necessarie sia l’educazione del consumatore che la spinta motivazionale. Nei paesi del mondo in cui esistono programmi cosiddetti di ‘responsabilità estesa del produttore’, il tasso di riciclo arriva a livelli elevatissimi e trasforma un problema in un’opportunità. Dove questo programma è assente, il rifiuto rappresenta un ostacolo enorme. Per questo anche in Italia è necessario introdurre nuovi sistemi incentivanti di raccolta”.
Il filo ECONYL®
Il brand ECONYL® non è solo un filo ma rappresenta un modo nuovo di pensare, di conciliare l’infinita voglia di innovazione con il costante impegno che l’azienda mette nella tutela dell’ambiente.
Il processo di rigenerazione ECONYL® trasforma un rifiuto in una nuova fonte di opportunità da implementare nel campo della moda e dell’arredamento. Infatti, i rifiuti in nylon, come le reti da pesca non più utilizzabili, i vecchi tappeti e gli scarti di produzione tessile che sarebbero destinati allo smaltimento, vengono recuperati e trasformati in un filo nuovo, aventi le stesse caratteristiche del nylon da materia prima vergine.
“ECONYL® è una fibra sintetica di nylon che proviene al 100% da scarti e almeno il 50% di questi sono di provenienza post-consumo certificata – spiega il manager. I due flussi principali di scarti post-consumo sono le reti da pesca e i tappeti. Il rimanente 50% post-industriale è rarissimamente scarto puro e rappresenta quella quota di rifiuti che l’industria della plastica non riesce a lavorare o a cui non dà un valore adeguato.
Questo progetto è nato nel 2007 e ha visto la sua luce come impianto industriale a Lubiana (Slovenia) nel 2011. Dopo aver celebrato i primi 10 anni di attività, possiamo dire di aver imparato molte cose e di aver anticipato situazioni che altri inizieranno ad affrontare solo tra qualche anno, se decideranno effettivamente di fare il salto di qualità. Prendendo ad esempio i materiali da noi recuperati, la moquette è fatta per metà da carbonato di calcio, che può tornare utile nell’industria del cemento o nella costruzione di strade, e per il 10-15% da polipropilene che entra nel ciclo della plastica. Altro discorso riguarda le reti da pesca, che sono diverse a seconda dell’utilizzo. Se a livello globale si decidesse di realizzarle tutte con uno stesso materiale, il loro riciclo sarebbe molto più semplice, seguendo un programma di responsabilità estesa del produttore.
Io penso che ci arriveremo perché uno dei più grossi costi per chi ricicla è rappresentato non solo dalla logistica inversa, ma soprattutto dalla cernita dei vari materiali che rende il lavoro molto dispendioso. Inoltre, alcuni materiali non sono per nulla riciclabili e il costo di questi prodotti ricade sempre sulla filiera. Noi ci troviamo ancora in un processo di apprendimento che probabilmente vedrà il suo apice tra un paio di anni, quando potremo chiudere il cerchio, ottimizzando il riciclo dei tappeti, grazie alla nostra competenza e tecnologia, lavorando di pari passo con chi li produce”.
Riciclo meccanico e riciclo chimico
Come è noto, vi sono diverse tipologie di riciclo. “Il riciclo meccanico è quello più efficiente – afferma Bonazzi – ma pone delle limitazioni, perchè la macchina va alimentata con scarti il più possibile puri e possibilmente non colorati: ad esempio da una bottiglia in plastica colorata non potrò ottenere una bottiglia trasparente tramite riciclo meccanico. Qui entra in gioco il riciclo chimico che presenta diverse possibilità. Noi applichiamo un processo chimico di depolimerizzazione che può essere attuato in maniera perfetta solo per Nylon 6. Dallo scarto/rifiuto, che è sotto forma di polimero, ritorno alla materia prima, che è sottoforma di monomero, la purifico e ricomincio il ciclo, arrivando a produrre un polimero identico a quello che arriva dal materiale petrolchimico. Oggi c’è un’altra tipologia di riciclo chimico mediante pirolisi che può ambire in alcuni casi a ritornare al monomero, di resa molto bassa, oppure addirittura risalire a monte della catena produttiva, quindi al petrolio. Le possibilità sono infinite grazie alle tecnologie moderne che fanno cose straordinarie. Per questo per noi la ricerca è un aspetto fondamentale e continuiamo ad investire per trovare soluzioni a condizioni già critiche per l’ambiente e per il nostro futuro”.
I nostri progetti
“Il percorso verso l’economia circolare è ancora lungo e difficile e presuppone una diversa partenza nella scelta dei materiali, nella progettazione dei prodotti e nei processi di distribuzione. Questo implica necessariamente cambiare le abitudini di consumo e scontentare alcuni produttori. Il nostro obiettivo è stabilire nuovi standard di mercato attraverso la ricerca e l’innovazione. Vogliamo ricoprire un ruolo fondamentale nello sviluppo di modelli sostenibili, per difendere sia il futuro dell’azienda che quello delle prossime generazioni.
Siamo sempre in grande fermento. Abbiamo appena aperto il nostro quarto punto di raccolta negli USA e contiamo di aprirne altri 2-3 nei prossimi 6-12 mesi per arrivare a raccogliere 20-25 mila tonnellate di moquette all’anno. Continua il nostro impegno per recuperare sempre più reti da pesca tramite la nostra consociata Nofir in Norvegia, e stiamo allargando il concetto anche ad altre parti del mondo. A breve sarò in Cile per la seconda volta dove vogliamo renderci attivi nella raccolta delle reti per proteggere uno dei posti più belli del mondo, come la Patagonia. Stiamo rientrando nel settore del compound per la plastica dove crediamo di poter affermare, tramite il nostro ECONYL®, un modo diverso di realizzare i prodotti.
Non ci fermiamo mai e ora intendiamo rafforzare la nostra presenza internazionale fortificando il potenziale dei paesi emergenti ed enunciando i principi della sostenibilità, sia all’interno che all’esterno del Gruppo.
Siamo fieri dei risultati raggiunti. Quando abbiamo iniziato, altre aziende sorridevano dei nostri sforzi. Oggi cercano in tutti i modi di copiarci, ma siamo certi che impiegheranno molto tempo prima di riuscirci”.