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È nato il Textile Hub di Vesti Solidale

Inaugurato il più grande impianto di riciclo tessile del Nord Italia, che completa la prima filiera interamente cooperativa per la selezione, il recupero e il riutilizzo di capi usati e di tessuti.

L’hub tessile della cooperativa Vesti Solidale a Rho rappresenta il più grande impianto di riciclo tessile del Nord Italia. Con un investimento di 8 milioni di euro e una superficie di 12 mila mq, di cui 5 mila mq coperti, avrà la capacità di trattare fino a 20 mila tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Dotato di attrezzature semiautomatizzate per la selezione e il recupero di capi usati e tessuti, si propone come modello di efficienza operativa all’avanguardia. Questo investimento non solo riduce l’impatto ambientale, ma genera anche valore economico e sociale, creando opportunità di lavoro sul territorio. Inoltre, grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici, l’impianto è a basso impatto ambientale. Con il Textile Hub, Vesti Solidale si conferma come uno dei principali attori nel recupero del second hand e nel riciclo dei materiali tessili, contribuendo a rafforzare la cooperazione tra gli attori del settore attraverso la creazione della prima filiera interamente cooperativa del comparto.

Che cosa gestirà
L’hub si occuperà della gestione della fase finale del ciclo di vita degli indumenti usati e dei prodotti tessili post-consumer. Questo include abiti, scarpe, borse provenienti da cassonetti o da aziende d’abbigliamento, compresi capi resi, invenduti o difettosi. Gestirà anche rifiuti pre-consumer come filati e tessuti da scarti di lavorazione. Il processo prevede il riciclo dei tessili selezionati per fibra, qualità e colore, eliminando le parti non riciclabili. Questo aiuterà a ridurre la quantità di materiali che altrimenti verrebbero inceneriti con i rifiuti indifferenziati.
Come spiegato da Matteo Lovatti , presidente di Vesti Solidale,si  evidenzia l’importanza di integrare materiali rigenerati nelle produzioni tessili, sostituendo le fibre vergini con quelle provenienti da tessuti e capi riciclati. Vesti Solidale seleziona queste fibre per trasformarle in nuovi filati o per creare nuovi prodotti tramite l’upcycling creativo presso il laboratorio Taivè. Inoltre, sono in atto progetti pilota per il riciclo del nylon e del cuoio. La filiera del riutilizzo è centrale, dove i capi vengono selezionati e igienizzati per la vendita nei loro negozi second-hand Share, mentre il resto viene destinato ad altre reti di distribuzione o commercializzazione. Il nuovo polo tessile di Rho diventerà il centro nevralgico per la raccolta di indumenti usati tramite cassonetti gialli, riconoscibili dai marchi di Caritas e Rete Riuse, servendo le Diocesi di Milano, Brescia e Bergamo tramite 9 cooperative sociali. La realizzazione di questa struttura è stata possibile grazie al contributo di diverse organizzazioni, tra cui Confcooperative/Fondo Sviluppo, CFI-Cooperazione Finanza Impresa, Intesa San Paolo, Invitalia, Fondazione Peppino Vismara e Fondazione Giordano dell’Amore.

Con Riuse risparmiate nel 2023 29 mila tonnellate di CO2
È evidente che l’industria tessile ha un impatto significativo sull’ambiente, con un aumento esponenziale nella produzione e nell’abbandono di abiti, contribuendo alle emissioni globali di gas serra. Tuttavia, iniziative come quelle di Vesti Solidale dimostrano che il riuso e il riciclo dei rifiuti tessili possono rappresentare una soluzione efficace per contrastare questo trend. Grazie al recupero di tonnellate di indumenti usati, sono state risparmiate considerevoli quantità di CO2, equiparabili alle emissioni di migliaia di voli o automobili. Inoltre, l’adozione di sensori di riempimento nei cassonetti gestiti da Vesti Solidale migliora l’efficienza della raccolta, riducendo il consumo energetico e garantendo una migliore gestione dei rifiuti tessili. Il fatto che il 100% degli abiti usati venga recuperato e che la maggior parte venga destinata al riuso o al riciclo è un segnale positivo per l’ambiente e la comunità, portando anche a notevoli risparmi economici nello smaltimento dei rifiuti.

Vesti Solidale: il 74,5% dei lavoratori sono persone con diverse fragilità
L’operato di Vesti Solidale va oltre la salvaguardia dell’ambiente, poiché svolge un ruolo sociale vitale, offrendo opportunità di lavoro e inserimento lavorativo. Come cooperativa sociale di tipo B d’inserimento lavorativo, conta 145 dipendenti, di cui 17 assunti nell’ultimo anno, di cui 11 con svantaggio. Il 74,5% dei dipendenti è considerato fragile. Nel 2023, la cooperativa ha registrato un fatturato di oltre 7 milioni di euro, e con ulteriori investimenti si prevede di aumentare il numero dei lavoratori. L’obiettivo di Vesti Solidale è creare opportunità di lavoro per le persone, soprattutto per coloro che sono svantaggiati o esclusi dal mercato del lavoro, come persone con disabilità fisiche, vittime di tratta, over 50 disoccupati e giovani con situazioni familiari complesse. Il lavoro, per Vesti Solidale, è un mezzo fondamentale per riportare dignità e autonomia nella vita delle persone e mettere le loro capacità al servizio della comunità.

 

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