AreYouR & rePlanet

Le due facce della consapevolezza green che arrivano al cuore del riciclo

Il dato di fatto dal quale partire è uno soltanto: la plastica è ovunque attorno a noi. È facilmente accessibile in termini di costi e si presta ad un’infinità di utilizzi. Un passo alla volta, nel tempo si è resa essenziale, talvolta indispensabile, in molti settori, ha permesso ai processi tecnologici di arrivare ad un livello di sviluppo tale che spesso è davvero impensabile credere che possa essere sostituita senza perdere in efficienza e performance. All’atto pratico, guardandola poi dal punto di vista dell’utilizzatore finale, appare evidente quanto abbia semplificato le nostre vite, rendendole più agevoli in svariati contesti d’uso. Tutto ciò, pare a prima vista un connubio perfetto e tuttavia, con la stessa innegabile trasparenza, va ammesso che il consumismo spinto ha portato con sé un problema implicito: tanto semplice e prezioso è l’utilizzo della plastica, quanto è diventato semplice e scontato liberarsene senza pensarci troppo.

Che fare dunque per porre rimedio a questa attitudine poco virtuosa? La risposta è semplice (perlomeno nelle intenzioni) quanto il problema stesso. A nulla servono le troppe voci che raccontano da anni ormai quanto la plastica sia la principale causa di inquinamento del nostro pianeta, demonizzando un materiale che di per sé non ha la prerogativa di nuocere a nessun ecosistema. Rispondiamoci piuttosto che producendo, utilizzando e recuperando correttamente i prodotti in materiali plastici, possiamo indirizzare il fine vita di questi prodotti nella direzione del riciclo, dando nuova vita ai prodotti.

La parola correttamente allora è quella che fa tutta la differenza del mondo, poiché è la stessa differenza che passa tra il sapere qualcosa e il non esserne a conoscenza. Esattamente per questo motivo, alcune aziende italiane da molti anni impegnate nel settore (le prime, fondatrici del progetto, sono state Fimic, Filtec, Gamma Meccanica e Tecnofer) e l’Associazione dei Riciclatori Europei (PRE), accomunate dal desiderio di far conoscere a chiunque non ne sia già edotto le potenzialità di questo materiale, pochi anni fa si sono unite per promuovere una campagna via web e sui social dal titolo accattivante: Are you R?

AreYouR è divenuto così un progetto europeo volto a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del riciclo della plastica. Attraverso una serie di contenuti, foto, testimonianze, infografiche e filmati di animazione, viene raccontato lo sviluppo che hanno avuto i materiali plastici nel corso degli anni e la fondamentale importanza del suo avvio a recupero e del successivo riciclo in materie prime seconde. L’obiettivo del progetto è semplicemente ed ambiziosamente quello di aumentare la consapevolezza dei cittadini nei confronti dell’ambiente e portarli a conoscere i molteplici benefici legati al riciclo dei materiali plastici.

Raccontando quotidianamente il riutilizzo dei materiali sotto molteplici aspetti, AreyouR è diventato oggi un punto di riferimento per decine di migliaia di persone che ogni giorno si scambiano opinioni con un unico comun denominatore: la volontà di essere parte attiva nella sostenibilità ambientale.

In aggiunta al sito web (www.areyour.org), sono soprattutto le pagine Facebook ed i numeri delle loro rispettive interazioni che rendono l’idea di quanto seguito abbia già e quanto interesse abbia attratto questa iniziativa

Grazie ad una serie di contenuti che spaziano dall’attualità alla tecnologia, dall’economia allo stile di vita, AreyouR parla dell’evoluzione dei materiali plastici e del loro riutilizzo e valorizzazione in applicazioni sempre più numerose, in modo semplice ed accessibili a tutti, poiché infatti soltanto la conoscenza e la consapevolezza dei meccanismi alla base di questo mondo possono -e devono- contribuire a cambiare in meglio le abitudini di ciascuno.

Ciò che ha spinto i titolari di queste aziende a sostenere il progetto è stata la grande passione per le implicazioni green delle proprie rispettive attività e, di conseguenza, il desiderio di raccontare il proprio punto di vista in qualità di esperti in una materia della quale hanno approfondita conoscenza e con la quale si confrontano quotidianamente.

In questo contesto fatto di informazione, approfondimento, dibattito e confronto si inserisce allora rePlanet, per dare una declinazione diversa ed ancora più specifica alla tematica del riciclo della plastica.

Se da un lato la piattaforma di AreYouR ed i suoi canali social sono assimilabili alle prerogative del B2C (Business to Consumer), la natura di rePlanet, fatto da (e soprattutto per) le aziende del settore, fa sì che la rivista possa in maniera complementare essere contestualizzata in un’ottica di B2B (Business to Business).

Con i suoi contenuti di carattere tecnico, normativo, di innovazioni ed opportunità, rePlanet si rivolge indiscutibilmente agli attori maggiormente coinvolti nel settore, dalla filiera dei riciclatori a quella dei produttori di manufatti riciclati, in un percorso che si snoda anche attraverso il mondo dei recuperatori e quello dei produttori di impianti e macchine per il recupero ed il riciclo dei materiali plastici post-consumo e post-industriale.

Le due declinazioni di quest’onda di consapevolezza appaiono allora naturalmente connesse e destinate a rafforzarsi vicendevolmente. Con la stessa identica costanza e frequenza delle onde che bagnano la sabbia frangendosi sulla spiaggia, così AreYouR e rePlanet hanno in animo di “riversarsi” contro le barriere della non conoscenza delle tematiche inerenti al riciclo della plastica e di portare con sé al largo quante più persone, quanti più consumatori curiosi, quanti più attori ed aziende del riciclo possibili.

Soltanto dalla reale condivisione e confronto su tutto ciò che è attualità e prospettiva si può imparare a navigare tutti insieme verso la consapevolezza e gli obiettivi comuni.

Due facce della stessa moneta, con la quale ripagare finalmente l’attenzione che la plastica merita di avere.

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