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AMARZO: come dare vita ad oggetti per la casa dai vuoti in vetro

Dalle bottiglie vuote ad utensili originali e di uso comune: la storia di un’azienda che nel Chianti ha saputo operare in tema di riciclo del vetro

Secondo i dati riportati dal CoReVe (Consorzio per il Recupero del Vetro), il riciclo di questo materiale in Italia arrivava all’81% nel 2022, fissandosi a +4,2% rispetto al 2021.
Ma non è abbastanza, rispetto a quante bottiglie vengono sprecate e che invece potrebbero essere recuperate.

Lo sanno bene Cristiano Iozzi e Luigi Taglialavore, due cari amici che, uniti dalla comune passione per il vino e le tradizioni toscane e grazie alle rispettive esperienze lavorative nelle favolose cantine del Chianti, si sono resi conto dell’enorme quantità di bottiglie vuote che quotidianamente vengono gettate via, pur essendo ancora in ottimo stato.

E così, spinti dalla volontà di ridurre il più possibile questo spreco, si sono chiesti quale fosse il modo migliore per creare qualcosa di utile e innovativo.
Persino dopo degustazioni ed eventi di grande caratura, un enorme numero di bottiglie vuote venivano gettate via, sebbene ancora in perfette condizioni.

E da qui sorgono i loro obiettivi come azienda, Amarzo.com, ovvero salvaguardare l’ambiente e parallelamente continuare a dare vita e lustro all’artigianato italiano conosciuto in tutto il mondo per la sua qualità ed eleganza!

La sfida è quella di cercare di donare alle bottiglie di vetro vuote una nuova vita, utile e ricca quanto la precedente.

E, dopo accurate ricerche, il team è riuscito a confezionare una linea di prodotti originali e realizzati a mano da artigiani italiani. Prodotti eleganti oltre che utili, che portano nelle case classe e particolarità sostenendo in parallelo l’ambito del riciclo del vetro, “per salvaguardare l’ambiente”.

Come racconta il socio fondatore Luigi: “Io e Cristiano siamo due ex cantinieri, che con il tempo si erano accorti dell’incessante alto numero di bottiglie di vino costantemente buttate e inutilizzate che popolavano le tante cantine in cui abbiamo lavorato”.

E, per assurdo, dati certi affermano che invece il vetro è uno dei materiali più duraturi esistenti, “che però viene rifuso in media dopo 2 mesi. Inoltre, durante la rifusione del vetro si stima un grande apporto di Co2 direttamente nell’ambiente nonché l’utilizzo di nuove materie prime come Sabbia silicio e via discorrendo. Un vero paradosso, insomma. Perciò abbiamo deciso di dare una seconda vita a queste bottiglie destinate a concludere la propria”.

Avvalendosi della conoscenza di taglio e molatura del vetro che a Colle di Val d’Elsa, comune in cui risiede, ha una storia centenaria, l’azienda ha potuto quindi riprendere un lavoro artigianale che stava scomparendo: “Ad oggi possiamo operare grazie ad una vasta rete di recupero di bottiglie vuote tramite ristoranti ed enoteche situati nella provincia di Siena e, grazie agli stimati artigiani toscani, riusciamo a svolgere taglio, molatura, nastratura e lucidatura. Si tratta di quattro fasi di lavoro che permettono di tagliare e rendere morbidissima e lucida una parte del vetro, anziché lasciarla al grezzo”.

E così, dagli scarti del mondo del vino e dell’ospitalità, ma non solo, prendono vita oggetti per la tavola, tra bicchieri, vassoi, brocche nonchè prodotti personalizzati: “perché grazie alle nostre possibilità di taglio, l’unico limite è la fantasia”

www.amarzo.com

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