Nel nuovo documento obiettivi e target associati a 55 indicatori per misurare la sostenibilità in Italia. Il Ministro Pichetto: “Non un libro delle buone intenzioni, ma un quadro d’azione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Roma, 18 settembre – Il CITE, Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, ha approvato la revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Il documento declina gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU adattandoli al contesto italiano: approvata la prima volta nel 2017, la Strategia è stata revisionata nel 2022 dopo un ampio processo partecipativo, che ha coinvolto i ministeri competenti, la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, gli enti territoriali, la società civile e gli attori non statali riuniti nel Forum nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
“La nostra Strategia – spiega il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto – si caratterizza per un approccio concreto e molto partecipativo, per unire tutti di fronte a obiettivi comuni: le grandi questioni climatiche hanno un riflesso evidente sull’ambiente, ma sono strettamente collegate anche a temi quali la crescita economica e l’esasperazione delle diseguaglianze sociali”. “Questa Strategia – conclude Pichetto – non è dunque un libro delle buone intenzioni, ma un quadro strategico di azione per portare avanti ‘le tre dimensioni della sostenibilità’, ambientale sociale ed economica, che deve mettere in coerenza tutti i livelli amministrativi, con la spinta propositiva della società”.
Per raggiungere i 17 “goals” dell’Agenda delle Nazioni Unite, la Strategia parte dalle cosiddette cinque “P”, che connettono trasversalmente dinamiche economiche, questioni sociali e qualità ambientale: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership. Da queste discendono quindici scelte strategiche su tutti i campi d’azione della Strategia: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali all’abbattimento delle emissioni climalteranti, dalla promozione di un benessere economico sostenibile, al contrasto alla povertà e allo sviluppo di un’occupazione di qualità, di una società non violenta, inclusiva e rispettosa dei diritti umani, senza discriminazioni.
Nell’ottica di dare quanta più concretezza al percorso, tra le novità della nuova Strategia vi è la definizione di “valori obiettivo”, che sono misurati annualmente attraverso una serie di indicatori: 55 sono definiti di primo livello e costituiscono un nucleo comune per tutte le amministrazioni centrali e territoriali. Altri 190 si definiscono di secondo livello e garantiscono il monitoraggio complessivo degli obiettivi posti. L’approfondito lavoro svolto ha permesso di associare ogni indicatore a obiettivi specifici da raggiungere, come all’eventuale quadro strategico e di finanziamento già presente.
Nella stesura del testo, si è deciso inoltre di dare particolare evidenza ai cosiddetti tre “vettori di sostenibilità”: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, la cultura e la partecipazione per lo sviluppo sostenibile. Viene evidenziata l’importanza dei territori e di una governance multilivello, delle attività di valutazione e monitoraggio, di educazione, formazione e comunicazione, di collaborazioni e partenariati. L’Italia si dota così, mentre ci troviamo al “giro di boa” dell’Agenda 2030, di una sua Strategia aggiornata e connessa con quelle delle singole Regioni, Province autonome e Città metropolitane. Il documento è stato realizzato con la regìa e il coordinamento da parte del MASE per la parte nazionale e del MAECI per quella internazionale.
Per l’attuazione della Strategia il CIPESS del 20 luglio ultimo scorso ha stanziato per l’annualità 2023/2024 una cifra pari a circa 17 milioni di euro.
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