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PET riciclato nei contenitori alimentari e non

Il Gruppo Gardaplast al passo con i tempi per la richiesta di contenitori con PET da riciclo (R-PET)

Stiamo vivendo un periodo molto particolare ed intenso per quanto riguarda lo sviluppo e la compatibilità ambientale della filiera industriale che utilizza e trasforma il PET da riciclo meccanico e chimico per la produzione di preforme e contenitori ad uso alimentare.

Già da alcuni decenni il PET vergine è stato affiancato da prodotti alternativi più green, quali il Bio PET e il PLA, ma solo negli ultimi anni anche da PET da riciclo meccanico e chimico.

Infatti la risposta, a volte scomposta, di alcune associazioni o di movimenti di opinione in merito alla plastica, classificata come prodotto dannoso per l’ambiente e senza valore, e protagonista di campagne mediatiche a forte impatto sull’opinione pubblica, ha inciso anche nell’ambito legislativo della Comunità Europea e dell’Italia, imponendo un forte recupero di questo materiale.

Da questi timidi accenni di cambiamento degli ultimi anni e in seguito all’attività dei consorzi di riciclo in Italia, quali Conai e Coripet (dedito proprio al recupero della plastica), si è lavorato per innalzare la percentuale di materiale di recupero nei contenitori immessi sul mercato con target che prevedono un contenuto minimo di R- PET chimico e meccanico del 25% entro il 2025 e del 30% entro il 2030.

Il Gruppo Gardaplast, primariamente attraverso Ifap Spa, ha utilizzato tutti i materiali disponibili sul mercato atti a diminuire l’impatto ambientale, cercando di raggiungere la decarbonizzazione nell’ambito dei contenitori per la detergenza e successivamente per gli alimenti, in particolare per latte, bibite a base di succhi di frutta e acqua.

La stessa capogruppo Gardaplast ha seguito questa filosofia produttiva e, forte delle certificazioni di gruppo acquisite (ISO 9001, 14001, 45001, BRC e Smeta per le multinazionali Coca Cola e Nestlè), con il Fondo Progressio SGR – proprietario di maggioranza – ha deciso di adottare la policy ESG (Enviroment Social Governance) puntando ad una serie di investimenti tecnologici al fine di utilizzare al meglio il R-PET meccanico e chimico.

Infatti, se le quantità usate inizialmente i nuovi silosnell’alimentazione dei flussi dai silos di stoccaggio alle presse di stampaggio potevano essere gestite con una certa facilità, ora le forti richieste del mercato hanno imposto una riflessione profonda ed un cambio radicale nell’uso del R-PET, con una accurata selezione e ricerca di prodotti di qualità compatibili anche con la filiera alimentare.

Per questo Ifap ha aggiornato completamente la struttura di alimentazione degli impianti, dedicando nuovi silos ai diversi materiali utilizzati – meccanici e chimici – con il caricamento sia automatico che semi-manuale del R-PET in arrivo in big bag.

I due materiali vengono trasferiti, tramite pompe a vuoto, dai silos di stoccaggio ai sistemi di miscelazione gravimetrici dedicati per ogni linea di produzione dei due stabilimenti.Sul dosatore gravimetrico è possibile selezionare la percentuale di impiego dei due materiali, PET vergine e R-PET; successivamente i due materiali vengono dosati e miscelati nella percentuale richiesta dalla clientela per poi riempire la tramoggia di stoccaggio posta sotto il dosatore.

La miscela dei materiali viene quindi trasferita all’adiacente tramoggia di deumidificazione per essere deumidificata e resa disponibile alla produzione del semilavorato (preforme) che, una volta soffiato, genera il contenitore.

In questo trasferimento il materiale passa attraverso un metal detector, un ulteriore sistema di garanzia per eliminare possibili corpi estranei ferrosi che potrebbero essere insiti nella stessa materia prima acquistata. Il tempo di residenza del materiale prima dell’utilizzo può variare di diverse ore ad una temperatura di oltre 160°C. Nelle fasi di trattamento della materia prima si effettua l’accensione in sequenza della pressa ad iniezione, delle temperature di cilindro e stampo, per poi avviare il ciclo produttivo.

La prima fase di produzione della pressa consiste nello spurgare la parte iniziale del materiale e il residuo della produzione antecedente dalla vite di plastificazione, per poi iniziare lo stampaggio delle preforme. Dopo alcuni cicli pressa si effettua la verifica della qualità del materiale, del colore delle impurità delle preforme in uscita linea, coadiuvata da analisi fisico-chimiche effettuate del personale di laboratorio, che deve confermare la qualità del prodotto.

Se tutte le verifiche danno riscontro positivo, si passa alla produzione industriale delle preforme.

Questo, in sintesi, il processo industriale dell’utilizzo del R-PET meccanico, un materiale più delicato rispetto a quello chimico, che risulta essere più semplice e simile al PET vergine.

Importante per il futuro del mercato e dell’intera filiera sarà quindi puntare allo sviluppo di tecnologia che possa garantire costantemente un’ottima qualità del R-PET meccanico partendo da una selezione sempre più spinta ed una raccolta selezionata e differenziata, ma anche ottimizzando il processo circolare completo del PET con la diminuzione dei passaggi intermedi. Tutto ciò darà garanzia di futuro a questo mercato per uno sviluppo sicuro, razionale e duraturo.

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